Un Pandettista Anomalo. Heinrich Dernburg (1829-1907) nelle pagine di Hugo Sinzheimer.

Heinrich Dernburg (1829-1907) nelle pagine di Hugo Sinzheimer

Resumen

Il presente articolo versa sulla pandectistica tedesca, in speciale sulla lettura che Hugo Sinzheimer, negli anni del nazismo, feci dell’opera di Heinrich Dernburg. Sinzheimer ricupera l’opera di Dernburg sulla legislazione di 1869, la cui definiva l’uguaglianza rispetto alla popolazione di origine ebraica. Il periodo è interpretato per lui come precedente di quello che ha portato l’antisemitismo, con l’introduzione del reich bismarckiano, del neologismo “Antissemit” da Wilhelm Marr e del progressivo sviluppo dell’assimilazione sempre più ristretta. Nonostante ben inserito nel mondo politico accademico e nella società del suo tempo, Dernburg è scaturito per Sinzheimer come un outsider, autonomo e anomalo. Sinzheimer, un socialista impegnato, percepì l’opportunità di fondare una teoria del diritto dalla lettura di Dernburg come interprete della vita e come un “modernizzatore”, in confronto a Windscheid. Il ruolo della fanstasia come elemento fondante del diritto è centrale nell’opera di Dernburg. Questo elemento è ricuperato da Sinzheimer in confronto con la razionalità del diritto, come introduzione dell’intuizione nel ruolo del giurista. Il ruolo del giurista come interprete della vita significa operare non soltanto con gli instrumenti logiche, ma pure con la concretezza delle proposizioni. Ma il testo più significativo di Dernburg sul ruolo creativo della fantasia, in cui lui lega il tema dell’origine del diritto a quello dell’ebraismo, paradossalmente, non è riportato da Sinzheimer. La sua risposta è posizionata dentro del quadro delle categorie illuminista, non vede una specificità nell’ebraismo neppure nell’arianesimo e ciò non lo permette cogliere il problema tragico che se avvicinava. Il libro e la testimonianza di Sinzheimer presentano che, dal punto di vista razionale, con le categorie politiche disponibile in quel tempo, nessuno poteva prevedere il nazismo. Ai giuristi di quel tempo mancava la capacità di diagnostico sulla crisi creatasi con l’avvento dei totalitarismi. Comunque, Dernburg e Sinzheimer presentano qualche intuizione di un diritto diverso, basato sull’esperienza e sugli uomini in carne e ossa.